Giochiamo insieme sul divano

Mamma imperfetta

Mamma gioca coi bimbi

Eh sono imperfetta anche io!

Te lo assicuro! Dico parolacce in presenza dei bambini, urlo spessissimo e li metto anche in castigo, non ne vado fiera, ma lo faccio, la possiamo chiamare sopravvivenza, o forse no, ma sono io!

Sono diventata mamma a 25 anni, ero sposata da un anno, e presto abbiamo deciso di farlo, di buttarci in questa nuova strada, un cambiamento enorme ma consapevole. Consapevole nel senso che sapevamo che si trattava di un impegno enorme, ma certamente mai ci saremmo immaginati tutto quello che ne sarebbe derivato.

Ho un fratellino più piccolo di 11 anni che ho accudito quando era piccolino, pensavo che diventare mamma fosse più o meno la stessa cosa, forse un pochino più impegnativo, ma mi sentivo già rodata… be ridiamo insieme! “Benedetta ingenuità”.

La gravidanza è andata benissimo, faccio parte di quelle fortunate che in gravidanza hanno avuto poche nausee, solo tanto sonno, mi addormentavo in ogni angolo, posizione e situazione, e in un sonno talmente profondo da non sentire le 43 chiamate che mi fece mio marito quella volta che al mare era uscito col cane senza chiavi, e poverino, dopo un’ora si arrese e andò a dormire in macchina!

😂😂😂 A pensarci ora mi piego dalle risate, e vi assicuro che il telefono era a volume massimo di fianco a me sul letto!

Santo uomo lui, che mi faceva e fa ancora da cuscinetto per tutti i miei sbalzi di umore, i miei scleri e insicurezze, nella prima gravidanza sono stati tantissimi, diamo la colpa agli ormoni, ma evidentemente il mio corpo iniziava a dirmi che i cambiamenti non sarebbero stati pochi, e non sarebbe stato semplice! Al parto il messaggio è stato chiarissimo!

È durato 3 giorni! Lunghissimo e tanta tanta paura! Il mio motto per nove mesi era stato “

Ma è  lì dove arriva la paura tutta insieme, quando senti quelle contrazioni talmente forti e sembra che ti stanno rompendo da dentro, quando ti senti dire , “no signora non sono vere contrazioni queste sono preparatorie!”, e torni a casa ad aspettare che cerchi disperatamente una posizione comoda che non sai più come trattenere le urla, che le lasci e scendono senza più un comando, e quando poi in ospedale finalmente si rompono le acque ma sono scure “signora è meconio”. Quelle parole sono suonate dentro di me come una bomba, il terrore era esploso. Mia mamma ha rischiato la vita per farmi nascere, anche le sue acque erano scure, io dentro di lei avevo iniziato a fare la cacca ma non sapendo cosa significasse si è recata in ospedale dopo svariate ore ed ha subito un cesario di emergenza. Non è  stato semplice ma ci siamo ancora entrambe.

Ho avuto una crisi di panico! Ci vollero ancora sette ore ed un’epidurale per finalmente avere mia figlia tra le braccia!

Era tutta sporca ma stava benissimo. Il viso era bello, le guance tonde, la tengo in braccio, ce l’avevo fatta, ci ero riuscita finalmente!

Piangevo di nuovo ma stavolta era gioia, tantissima gioia! Finalmente ero sollevata! E mi stampai in faccia un sorriso radiante per ore. Ero rinata anche io finalmente, ero mamma!

Lei è nata di notte alle 22.45, credo che ci saremo sdraiate a letto solo alle 5. Si è attaccata al seno subito e ha voluto far da sola, la magia della natura è spettacolare, non ha avuto bisogno che gli aprissi la bocca, lei sapeva già cosa fare.

Tra tetta, lavoro e casa lei cresceva. Non ci siamo prese del tempo per noi esclusivo, la mia piccola Iris ha iniziato a lavorare con me da quando aveva 10 giorni, me la portavo con la carrozzina, sonagli, carrilon, cambi e tutto il necessario. Era un trasloco ogni giorno.

Di quel periodo ricordo tanta frustrazione, mia figlia piangeva, si svegliava ogni mezz’ora, aveva fame doveva essere cambiata e io mi chiedevo “ma quando lavoro?” e soprattutto “perché altre mamme ce la facevano e io no?”. Avevo quella esigenza di essere perfetta per mia figlia e di tenerla serena, pulita, sistemata benissimo per non essere criticata. Mi mostravo super sicura e pronta a fare tutto, ma nascondevo una grande insicurezza: non volevo essere giudicata e sentirmi inadeguata!

Quadro familiare

Venne il periodo in cui ogni consiglio era da provare, magari qualcuno aveva la formula giusta, e, sebbene mi sentissi ancora una pappa molle, iniziavo a conoscermi.

Pian pianino ho definito una linea, una routine. Con Domi abbiamo stabilito delle regole e il mio modo di essere mamma cambiò, finalmente ero consapevole delle mie scelte, erano le mie, le nostre come coppia. Finalmente ero consapevole che ci sarebbe sempre stato qualcuno che mi avrebbe giudicato, “ma chi se ne frega, perché io faccio del mio meglio!”.

Iniziò il nido, e santo nido, finalmente la potevo lasciare, senza sentirmi in colpa di lasciarla, con persone fidate in un ambiente meraviglioso ed accogliente. Finalmente potevo andare a lavoro e sentirmi produttiva. E le cose iniziavano ad andare talmente bene, che “perché non ne facciamo un altro?”

Non era follia, era proprio sentirci forti! Ci sentivamo capaci e volevamo continuare a crescere.

Il secondo arrivò col pensiero, perché il test subito risultò positivo. Mia mamma era in vacanza in Perù, prenotai la ecografia pensando “così viene anche lei…”. Ero alla sesta settimana e alla ecografia mi hanno detto “signora non c’è, è un ovulo “bianco”, il bimbo non c’è, e se non lo espelle entro 2 settimane, dobbiamo programmare il raschiamento”. Potete immaginare cosa vogliono dire quelle parole, come un castello di sabbia che vola spazzato dal vento. Il dolore è stato grandissimo, ma ce ancora, ancora piango mentre scrivo, la mancanza di empatia di tatto di considerarla una vita, lacera.

Non mi dilungo qua perché non sono ancora in grado di elaborarlo. Ma il tempo passa lo stesso.

Tre mesi dopo il raschiamento al secondo giorno di ritardo mentre camminavo per un centro commerciale, il pensiero: “e se sono incinta?”. Quella sensazione così grande, quasi una necessità di darmi una risposta… Fermo il marito e la figlia, cambio strada, entro in farmacia, compro un test e vado in bagno; sì subito non potevo aspettare di tornare a casa. Non avevo finito di far pipì che il test era positivo!

Ero incinta! Si alza la ola dagli spalti, i fuochi d’artificio la notte di ferragosto, era incredibile, non era stato programmato, non potevo programmarlo, non ero ancora in grado di elaborare ciò che era successo. Ma il piccolo Elias con tutta la sua forza mi gridava che c’era.

È stata una gravidanza diversissima, non potevo passare le giornate a dormire, avevo una figlia piccola da guardare e un lavoro, ma facevo tutto piano. Subito mi son vietata la bicicletta gli sport e qualunque cosa potesse metterlo in pericolo, quella paura ti rimane dentro.

E’ nato in 3 ore, non abbiamo fatto in tempo ad arrivare in sala parto, lui aveva fretta. Non dico che sia stata una passeggiata di salute ma quasi😂. Anche lui è nato di notte, e piangeva, tanto, spesso non c’era modo di calmarlo. Con lui ho conosciuto le crisi di pianto, quelle che “hai preparato lo zaino per andare al pronto soccorso e all’improvviso, dopo un’ora incessante di urla, inizia a parlottare”. Meno male che con lui conoscevo la fascia, e tutti i problemi che mi sono fatta con iris con lui non c’erano, non dovevo essere Wonder Woman sempre, anche se comunque mi ci sentivo spesso.

Lavoravo con lui sulla schiena, o anche sul fianco attaccato alla tetta, lui mi viveva addosso, per poi staccarsi al anno e mezzo, potevo dargli anche le chiavi di casa, lui sapeva cosa voleva, e voleva camminare sempre!

Da quando ho i miei due piccoli ho realizzato quanto sono imperfetta, quanto mi piace esserlo, non ho nulla da dimostrare a nessuno se non a loro stessi!

Non c’è giorno senza urla, non c’è giorno senza chiasso, non c’è giorno senza disordine, ma va bene così!

Il nervosismo del lavoro, spesso lo porto a casa, e non è un bene, spesso mangiano merendine confezionate o ceniamo McDonald da asporto, minaccio di buttare tutti i giochi se non riordinano e teniamo il televisore sempre acceso, ma sai una cosa?Sono felice! ANZI, SIAMO FELICI!

E tu che mamma sei?